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A Ischia si cerca tra il fango.

 

I cronisti sono rimasti colpiti dalla fredda compostezza degli abitanti.

Perché alcuni ischitani sono perfettamente consapevoli di dover convivere con il “mostro”.

È la pioggia, la tormenta, i vortici, il fango?

 

Anche, ma è sostanzialmente l’insicurezza che deriva da una precarietà che -a sua volta- origina dalla situazione di sostanziale abusivismo: che è il vero nodo gordiano urbanistico.

 

Quando costruisci senza alcuna progettazione e controllo; quando abusi di un territorio che è già -di per sé- fragile, di cartapesta, tu sei perfettamente consapevole della precarietà in cui vivi con la tua famiglia e di un certo senso di “fatalismo” che si impossessa di tutti voi.

 

“Tic-tac”… è un orologio quello che segna i vostri destini.

 

“Oggi è andata bene, Epomeo (il monte che domina l’isola) è stato buono”…

“Ha retto nonostante…”

Nonostante che?

 

“Ci mancava una stanza per la nonna, allora abbiamo chiuso questa veranda.”

-“Abusiva?”

“Ecchè sarà mai? Nella cantinetta sottoterra ci dorme mio figlio”

-“Anche quella abusiva?”

“Si muore di caldo in agosto. E sarebbe un abuso quello?”

 

A Casamicciola (frazione di Ischia, ndr) si vive quasi tutti così.

 

Sospesi tra la montagna che sovrasta tutto e troppi abusivismi edificatori.

 

Così i corsi d’acqua non defluiscono correttamente in presenza di precipitazioni consistenti e tutto si scioglie in fango da secoli.

Se poi esso è frenato -come avviene da un paio di decenni in qua- da scaldabagni arrugginiti, sacchi di rifiuti inerti e cumuli di detriti vari chè fungono da “tappi” veri e propri, devía verso il centro abitato e sono dolori per tutti.

 

Il fatalismo è entrato nel DNA degli abitanti di Casamicciola, con esso ci convivono ed esso segna per loro il tic-tac del tempo, della vita di intere famiglie.

 

Un condono non si nega a nessuno…

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