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Sappiamo quanto ci costa un cavo ad altissima tensione che trasporta l’energia elettrica per centinaia di chilometri in fondo al mare?

Quella energia che si crea, ad esempio, nel cuore dell’Africa e accende le tv europee.

Almeno 500€ al metro ed il mercato dell’offerta, che fino a  tre anni fa valeva 3 miliardi di €, oggi ne vale circa 10.

La domanda di trasporto dell’energia ad alta tensione é prevista decollare a razzo: in particolare dopo l’invasione russa all’Ucraina.

Il mercato dei cavi potrà pure raggiungere valori stratosferici.

Un altro tema -a quest’ultimo  collegato- è il valore che verrà ad assumere il mercato degli accumulatori e trasformatori: chè modificano la corrente alternata in continua.

Perché avere una forma di regolarità energetica è un problema anche politico.

Restiamo -come esempio- nel capitolo (dolorosamente ancora aperto) della indipendenza ucraina.

Un Paese già collegato, tutto, dalla rete elettrica russa: per cui sarebbe bastato un solo  … “clic sovietico” e si sarebbe mandata “ko”  l’intera nazione.

Però l’Ucraina, saggiamente, si era curata di predisporre prima le condizioni di rifornimento elettrico -in parallelo- dal resto del mondo occidentale: per cui se quel Paese, oggi, può reggere abbastanza bene l’aggressione di Putin é perché esso si serve di energia elettrica che arriva dall’Europa.

Nessuno di noi ci pensa: la democrazia passa anche per le reti di trasmissione elettrica.

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