“FIT FOR 55”: SON DOLORI PER URSULA

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La notizia dell’ingresso della Germania e pure dei Paesi nordici nel club -fino ad ora assai poco sentito dalla leader della CE- di coloro (noi italiani per primi) che chiedono a gran voce lo stop o, quantomeno, una lunga dilazione temporale per l’entrata in vigore delle regole del cd “Piano Green”-EU, pare stia turbando non poco il sonno al Presidente CE Ursula Von Der Lyen.

 

La richiesta di riaprire la trattativa su delle proposte meno invasive gli assetti di trasporto e produttivi nella UE è ormai prevalente: al punto che non è affatto improbabile si fermi tutto.

 

Con buona pace della parte più irrazionale dei verdi e pure di quella più autocritica nelle sinistre nazionali, che pure hanno già governato tanti Paesi senza avvertire nulla.

 

Lo si sta arguendo nel veder cadere -giorno dopo giorno-, quasi fossero birilli, i punti fondanti la CSPDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive): che, di fatto, vincolerebbero le produzioni dei nostri Paesi UE al rispetto di regole che altrove (Cina in testa) proprio non esistono.

 

Come si sta preparando la ritirata?

 

In primo luogo con il “fermo-là” tedesco alla ipotesi di Regolamento per la riduzione delle emissioni di CO².

 

Poi con un bel raffreddamento del fronte ecologico relativamente all’applicazione di alcuni standard settoriali.

 

Infine con il pratico STOP alla ipotesi di Regolamento per quanto riguarda le emissioni di auto, camion e mezzi di trasporto in genere.

 

Non c’è che dire: quando si muove il mastodonte tedesco son dolori per Ursula.

 

Soprattutto ora che le elezioni europee sono alle viste.

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