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La logistica è quel complesso di scelte e di attività che sono legate al trasporto e alla distribuzione delle merci in vario modo (per via terra, acqua, ferro e aria), ma essa ora sta incontrando grandi difficoltà per la fluidità delle movimentazioni a causa degli attacchi dei ribelli Houti nel Mar Rosso.

 

La via logistica realizza circa l’8,2% del nostro PIL occupando ben 1,4 milioni di lavoratori.

 

Basta, però, che vi sia un qualche fattore di crisi nella fluidità della catena (valichi interrotti od ostruzioni navali) -naturale o provocato volutamente per guastare- e allora tutto il sistema di produzione, di scambio e/o commerciale, va in tilt.

 

Il mondo occidentale vive di trasporti di merci e le… “forze del male” lo sanno bene.

 

Ecco perché noi dovremmo essere solidali con quei Governi che si propongono di fare tutta una serie di azioni a tutela dei nostri interessi, comprese quelle belliche, che USA e GB già hanno avviato.

 

È la tutela del nostro sistema economico attuale quella che richiede una piena condivisione patriottica, altro che la storia della Resistenza (che già c’è stata).

 

Lo sappiamo: Giorgia Meloni cercherà in tutti i modi di evitare il penoso spettacolo di un Parlamento che si divide pure su questo tema caldo proprio quando il nostro Paese è chiamato a presiedere il

G-7 (corsi e ricorsi storici: ricordate i casi di Berlusconi quando presiedeva il G-7 a Napoli o il G-8 a Genova?), ma la sinistra non pare attendere altro che si accendano i riflettori del mondo per fare un po’ di … confusioni fini a sé stesse!

 

Possibile che quando noi potremmo mostrare al mondo la forte coesione di un Paese che lotta per difendere le proprie produzioni e i propri lavoratori si colga sempre l’occasione per buttare il pallone in tribuna?

 

Però noi non disperiamo che un barlume di resipiscenza (sempre tardivo ma pure necessario tra persone di medio quoziente intellettivo) possa sorgere nella sinistra.

 

Abbiamo torto?

Ai posteri l’ardua Sentenza…

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