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Consideravo Paolo Gentiloni un amico.

 

Politico moderato, al di fuori da quella pletora di urlatori esagitati che hanno fatto del bipolarismo l’arena politica ideale in cui sfogare i propri istinti belluini contro la destra fascista, brutta e cattiva sempre a prescindere.

 

Perché lui è pure un centrista di sinistra che ha esercitato incarichi di rilievo nel Paese e ora li sta svolgendo in Europa confido con il massimo di equilibrio.

 

Un mio coetaneo (65 anni) che ricerca sempre spazi di compromesso e li predilige del tutto ai guantoni boxistici.

Siamo italiani tutti e tutti -in fondo- portiamo sul groppone un #belpó di debito pubblico che abbiamo ereditato.

Questo era fino a ieri. Poi….

 

Poi irrompe sulla scena il Magistrato (dei Conti) veneziano -anche lui coetaneo- Marcello Degni che sproloquia contro la destra frasi inenarrabili, da giovane esagitato, tipo “brava Elly, con i fascisti il PCI non scambiava neanche il saluto”; oppure “il comunismo è una passione collettiva gioiosa” (questa l’ho già sentita da Achille Ochetto nel ’94…e non gli ha portato bene)

O ancora: “Toni Negri attivo Maestro”.

E amenità di questo genere…

 

Improvvisamente la mia stima per Paolo Gentiloni che ha nominato questo Tizio nella Corte dei Conti è scemata e mi è subentrata invece una domanda.

 

Anche Degni, grossomodo, è coetaneo:

vuoi vedere che pure lui faceva parte della banda di giovinastri che cercò di sfondare l’ingresso della sede DC veneziana con l’intento di …buttarci tutti in canál?

 

Giuro che se rivedo Paolo Gentiloni che lo ha nominato non lo saluto più.

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