PD-M5S: UNITI O NO? (tertium non datur)

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Poveri illusi.

 

Il giorno dopo la vittoria di Foggia, che c’è stata più per demerito altrui che per merito proprio, tra il PD e il M5S ripartono subito sottili puntualizzazioni distintive.

 

A partire dalla atavica antipatia che il leader M5S ha per il concetto di “campo largo”: una idea lanciata da Enrico Letta (che ebbe in Nicola Zingaretti il primo attuatore), che viene rigettata con fastidio dall’on. Guseppe Conte, che preferisce marcare la stessa con la dizione “campo giusto”.

 

Ma quale campo si è poi arato a Foggia?

 

Un terreno assolutamente a-politico, posto che il nuovo Sindaco -Maria Aida Episcopo- è assolutamente esterno a qualsivoglia partito: un candidato “civico” assoluto a cui si sono attaccati -non richiesti- i due partiti di sinistra.

 

Poi è arrivata Elly che l’ha …francobollata ben bene: “quando si è uniti l’alternativa alle destre c’è”!

Omettendo di dire che il voto del PD manco l’aveva chiesto Maria Aida.

 

Ma tant’è: “torniamo a vincere insieme”, insiste testarda la Segretaria PD che chiosa: “da ora la leadership piddina è il PERNO per mettere intorno al tavolo tutti”.

 

Si guarda bene dal cadere nella trappola Giuseppe Conte, che corregge subito il tiro: parlando di una candidata civica a tutto tondo.

 

Tra l’altro sorvolando nel dire che tre sono i fatti che tengono distanti PD e M5S.

 

Il primo è la vicenda Ucraina (su cui il PD sta già predisponendo un documento che chiede di respingere “con ogni mezzo”, armi incluse, l’aggressione russa), poi il pieno sostegno ad Israele ed infine la storia del MES.

 

1, 2 e -forse- 3 chicche, su cui il PD è più vicino a Giorgia che ai pentastellati.

 

Tertium non datur.

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