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Riteniamo sia un nostro preciso dovere civico raccontare la pura verità sul fu Presidente Emerito Giorgio Napolitano: in un mare di menzogne in cui i cd “leoni da tastiera” sguazzano a piene mani.

 

Giorgio Napolitano si può misurare da quel vero capolavoro diplomatico e politico che riuscì a imbastire nel 2011.

 

Eravamo in presenza di una crisi di governo (Berlusconi IV) affondato per tante ragioni, tra cui la principale fu quella della pesante …”quasi bancarotta” che il nostro Paese stava sfiorando per tutta una serie di ragioni: ben riassunte nella ormai storica lettera controfirmata da Jean Claude Trichet e da Mario Draghi (in qualità di Presidente uscente ed entrante della BCE).

 

Cosa diceva quella missiva?

 

Tante cose: che avevano fatto perdere la credibilità al nostro Paese come…venditore di Titoli di Stato, indicando puntualmente le decisioni da assumere per riacquisire la stessa.

Una vera “cura da cavallo”, da affrontare subito per alcuni.

 

Una “indebita ingerenza” per altri.

 

Fatto sta che -conveniamo- “la sovranità termina quando cessa la solvibilità”, detto in termini più tecnici.

 

Ecco, correva l’anno 2011 quando l’allora PdR Napolitano, in presenza di un assoluto vuoto di proposta politica (capita assai spesso soprattutto in questi tempi ricchi solo per delle fandonie fumettistiche), riuscì nel capolavoro di cucire una larga maggioranza -da cui rimase fuori solo Salvini- che appoggiò…”esternamente” il governo che il Sen.Mario Monti riuscì a imbastire.

 

Un governo…tecnico: laddove per tecnico si intende che…”io ci sono ma non ci sono”.

 

Così il “SÌ” a Mario Monti lo diedero Giorgia Meloni con Enrico Bersani, Silvio Berlusconi e Massimo D’Alema.

Passando per Paolo Gentiloni.

 

Al Senato 281 sì e 25 no.

Alla Camera 556 sì e 61 no.

 

Oggi nessuno ricorda questa larga fiducia che ottenne il Sen. “a vita” Mario Monti: che venne insignito proprio dal PdR Giorgio Napolitano per aver “(omissis)…illustrato la Patria per altissimi meriti in campo scientifico e sociale”.

 

Ma, forse di più, per aver assunto la responsabilità di averci tratto d’impaccio in un momento che fu tra i più difficili della nostra storia recente.

 

La parola di Napolitano era affidabile, una delle poche. A Lui Monti credette.

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