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“Hanno speso miliardi per comprarsi il consenso dei cittadini”.

 

Forse si riferisce, Giorgia Meloni, a quella mitica conquista-trionfo gialloverde che fu osannata dal balcone di Palazzo Chigi e battezzata “reddito di cittadinanza”?

 

Oppure a quell’altra keynesiana variante economica giallorossa già nota come “bonus 110%”?

 

Fatto sta che anche per queste due genialate irpine Contiane l’Italia si trova oggi costretta con affanno a riconsiderare gli obiettivi da colpire per contenere il suo deficit che già era stato fissato (d’intesa con la CE) al 3,7%.

 

A Bruxelles -dal canto suo- il prode commissario Gentiloni ha provveduto a far riconsiderare la previsione del nostro tasso di crescita: abbassando lo stesso allo 0,8% dal precedente 1%.

 

Perché ora la Commissione sembra orientata a non attribuire più di tanto peso alle due scelte politiche che caratterizzeranno il Bilancio di previsione 2024 del governo Meloni.

 

In primis al taglio del cuneo contributivo per i lavoratori e poi all’aumento delle pensioni minime.

 

Nel primo caso, seppure il beneficio venga misurato tra i 70€ e i 100€ pro capite a cui va aggiunta la detassazione della 13^ mensilità, la ripercussione che la CE stima avere sui consumi non sarà tanto forte.

 

Nel secondo caso, in modo altrettanto analogo, non sono apprezzati più di tanto i volumi di ripercussione positivi che avrà la prevedibile crescita di nuova domanda per le fasce più anziane di popolazione.

 

Fatto sta che il governo Meloni dovrebbe provocare (nelle sue originarie previsioni) una crescita ipotizzata tra l’1 e l’1,5% del PIL.

 

Invece Bruxelles stima quel rialzo al massimo di un paio di decimali di punto: senza avere alcun effetto degno di nota.

 

Qualora il nostro deficit dovesse sfondare il muro psicologico del 4% sul PIL, l’abbinamento con il ritorno alle vecchie regole del Patto di Stabilità sarebbe devastante: costringendo Giorgia Meloni a tutta una serie di continui, orientati e ripetuti, aggiustamenti contabili.

 

Se invece quel tetto non venisse superato il riuscire a cogliere ad esempio un 3,7% ci potrà garantire sopravvivenza autonoma: politicamente più tranquilla e maggiormente “sovrana”.

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