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Gli ingressi di migranti in tutta la UE sono ormai diventati endemici: nei primi 7 mesi dell’anno abbiamo raggiunto quota 176.000.

 

Di essi più della metà (90.000) sono arrivati dal Mediterraneo centrale.

 

La solidarietà europea conta ormai su 450 persone in campo per gestire le frontiere e per decongestionare gli hotspot.

 

Il meccanismo di emergenza per consentire il trasferimento aereo delle persone più vulnerabili da Lampedusa verso altri centri della penisola si può ben capire come ossessioni il Governo Meloni.

 

Anche perché l’impegno preso solo a parole dalla UE era di trasferire 8.000 richiedenti asilo. Dopo un anno sono stati trasferiti solo 1.076 verso la Francia o la Germania, perché tanti ostacoli anche burocratici continuano a frapporsi.

 

Trattandosi -quello UE- di un Piano del tutto volontario tutti gli altri Paesi UE non hanno proprio alcun obbligo d’accoglienza.

 

Il vero nodo è la riforma del Trattato di Dublino.

 

Mentre a giugno i prodi sovranisti di Polonia e Ungheria si sono affrettati a dichiararsi contrari alla ricollocazione.

 

“L’obbligatorietà” della stessa potrebbe diventare attiva solo dopo un voto positivo dell’Europarlamento: ma lì l’oratoria e gli show pre-elettorali la faranno da padroni.

 

Il governo Meloni fino a ora si arrabatta come può ma, stritolato tra le spire degli EE.LL. e dell’Europa, non crediamo possa reggere la situazione tanto a lungo.

 

Soprattutto se il duo Salvini/Le Pen avrà un buon risultato elettorale.

 

A quel punto che farà Forza Italia?

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