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Una rilevante svolta nella politica estera europea il governo Meloni, in modo assai emblematico, l’ha segnata lo scorso we.

Presente il vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, neo coordinatore di Forza Italia.

 

Si è tenuta presso la sede FAO di Roma la Conferenza sullo sviluppo e le migrazioni.

 

In contemporanea -ah, quanto sono ironiche le combinazioni- la Spagna si è recata alle urne.

 

Grande flop per Vox e un sostanziale pareggio tra i popolari e i socialisti: sia pur con poca prevalenza dei primi.

 

Ne deriva che la forza propulsiva della parte estrema di destra europea può dirsi aver esaurito buona parte dei propri spruzzi pirotecnici.

 

Matteo Renzi dice che la sfida si gioca ormai al centro e per questa ragione ha provveduto a riposizionarsi -in vista delle europee- in uno spazio che è distaccato dall’ area di sinistra e pure da Calenda… Sí da poter fungere da libero battitore.

 

Che farà Giorgia Meloni?

 

“L’Italia e l’Europa hanno bisogno di migrazione” ha affermato la nostra premier.

 

“Di migrazione regolare” ha specificato subito dopo.

E ci mancherebbe.

 

Ursula ha sorriso e allora tutto dovrebbe essere più che palese.

 

Perché anche la promessa del pugno duro contro gli scafisti avrà tutt’altro sapore sulla bocca della destra (rimarrà tale?) italiana ed europea.

 

Noi prevediamo che, in ordine alla prossima decisione in merito alle “quote” di stranieri ammissibili, l’Italia innalzerà il proprio limite: ora palesemente troppo basso anche per Confindustria, Confartigianato e Confagricoltura.

 

E non di poco.

Già: ma quella era una scelta politica a 360°.

 

Salvini sarà d’accordo?

E Forza Italia farà la sponda a Giorgia?

 

Il nostro PdC ha rifinito il tiro alla Conferenza succitata: la cooperazione allo sviluppo con l’Africa non avrà più alcuna logica coloniale (che peraltro ispirò alcune menti ideologiche di destra, ci è consentito di ricordarlo Presidente?), ma dovrà invece procedere paritariamente; con reciproco rispetto delle tradizioni e delle culture locali.

 

Sarà per questo che anche Mattarella, come Meloni, mettendo da parte le accuse di Amnesty International, ha accolto in pompa magna il Presidente tunisino Kais Saied?

 

 

Eh sì, un bel Fiuggi II si impone.

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