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Confesso che neanche chi sottoscrive questo articolo aveva compreso tutto il senso del PNRR e fino in fondo.

 

Ora lo ammette anche il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: “il PNRR di Conte e di Draghi non andava nella giusta direzione.”

 

Scrutiamo più al fondo di quella che pare una giustificazione ai leggeri “ritardi” con cui il Ministro Fitto sta avanzando nella riscossione della terza rata e su ciò che veramente vuol far capire la CE al nostro e a tanti altri Paesi che stanno aspettando.

 

Ebbene il leader degli Industriali, dopo di aver dichiarato tutta intera la sua comprensione per l’immenso e pregevole lavoro che il nostro esecutivo sta facendo, ha disvelato l’arcano.

 

“Se facciamo rotonde -ha banalizzato- le piste ciclabili andiamo sì nel verso della sostenibilità con il passato, ma ciò non aggiungerà nulla di nuovo al PIL e così ci verranno a mancare le risorse”.

 

Va oltre: “noi ci stiamo indebitando -per una parte- ma con tanta responsabilità: se quei soldi non avranno alcuna finalità di crescita (novativa, ndr) noi stiamo facendo un danno alle future generazioni e nessuno ne parla.”

 

Come come? Chiarire prego.

Vediamo se abbiamo capito bene …

 

Il PNRR è fondamentale per sostenere l’economia presente, ma dovrebbe esserlo ancor di più per creare nuova domanda e nuovi prodotti futuri, che per ora sono solo immaginati.

 

Chiamasi “transizione evolutiva” quella capace di costruire nuova domanda e per produzioni innovative.

 

Questo è il punto su cui il governo Meloni si è scervellato a lungo e confrontato con l’Europa.

 

Ed è questo il nodo cruciale della 3^ rata.

 

Siamo stati distratti tutti dalla brutale aggressione russa all’Ucraina.

 

Ma spiegiamoci meglio: nel 2021 gli investimenti sono cresciuti del 18%, nel 2022 del 9% e quest’anno, forse, arriverà -la crescita- al 4%.

 

Ciò significa che stiamo recuperando terreno sul passato, ma per andare avanti dovremmo aprirci di più al nuovo, al futuro, scrutando maggiormente quei mercati che erano solo potenziali negli anni scorsi ed in campi che pochi hanno esplorato fino ad ora.

 

Ecco il senso del PNRR.

Ecco il senso delle riforme.

Creare novità.

Perché la politica vera è innovazione.

 

Finalmente si procede nel senso giusto.

 

La burocrazia ci fermerà (facendo il suo preciso dovere conservatore)?

La Magistratura (svolgendo anch’essa il proprio dovere di tutela di norme passate) frammetterà molti ostacoli a un tragitto che non potrà essere mai piatto e liscio come l’olio?

 

Poco male.

Se questo governo riuscirà a portare a casa la 3^ e la 4^ rata PNRR sarà sulla strada giusta per realizzare finalmente qualcosa di buono e liberale per l’Italia.

 

Ché ha bisogno di scrollarsi di dosso molto del passato.

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