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Pochi ne hanno parlato.

Come, invece, avrebbero dovuto.

 

La Commissaria CE per la Concorrenza ha espresso un parere positivo sul progetto del governo Meloni (fautore il Ministro Raffaele Fitto) di unificare le dispersive otto

-8- aree attuali in un sistema UNICO: di autonomia speciale per l’intero sud Italia.

 

Ciò dovrebbe consentire un imponente lavorìo logistico: con una qualità del tutto maggiore rispetto alla precedente, per dar corpo finalmente ai sogni meridionali.

 

L’accesso per le imprese, gli EELL e i giovani, ai cospicui finanziamenti UE che sono stati sino ad ora in larga misura inutilizzati.

 

La unica Zona Speciale Europea (ZES) porterà forte velocizzazione per l’intero sviluppo meridionale.

 

L’iniziativa -hanno assicurato a Bruxelles- rappresenterà un altro consistente tassello evolutivo, utile per poter completare l’intero sistema degli aiuti di Stato: in linea con l’opera di “decontribuzione Sud”.

 

È una idea, questa, che dovrebbe attrarre pure importanti investimenti dall’estero.

 

In più rendere logisticamente unico il sistema burocratico di predisposizioni e richieste di contribuzioni, attualmente spinto solo dalla buona volontà (ma del tutto insufficiente per chi ha un po’ di dimestichezza con le pratiche CE, ndr) nella presentazione delle domande da parte delle imprese e degli EELL, potrà rappresentare un indubbio scatto in avanti.

 

Un dettagliato documento di politica industriale fungerà da… “cappello” al tutto.

 

A partire dalla individuazione delle aree cd. “greenfield” e “brownfield”: che ha già costituito oggetto di un importante incontro del CAIE (Comitato di Attrazione degli Investimenti Esteri, ndr) già convocato dal Ministro dello Sviluppo Economico e del Made in Italy Adolfo Urso.

 

Una struttura (il CAIE) che avrà il compito di aiutare i soggetti proponenti e -se del caso- di intervenire qualora dovessero riscontrarsi delle inerzie burocratiche.

 

Chissà perché questa notizia non è stata posta nel dovuto rilievo.

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