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Il Nuovo Codice appalti è stato un … pesce d’aprile?

 

Perché la sua pubblicazione è avvenuta esattamente il primo di aprile del 2023.

 

Del resto il cronoprogramma PNRR (firmato Draghi, ndr) lo prevedeva: questo per dare la corretta informazione sui meriti politici che Salvini usurpa tutti a sé.

 

C’è però ancora un passaggio da rispettare: entro il prossimo giugno dovranno essere resi operativi “tutte le leggi, i regolamenti e i provvedimenti attuativi per la revisione del sistema degli appalti pubblici.”

 

Così il nuovo Codice sarà efficace solo dal 1 luglio p.v.

 

Anche se sono ancora in corso tante interlocuzioni con Bruxelles per poter prorogare ulteriormente questa data.

 

Ciò per dare lo stato dell’arte delle cose.

 

Verranno accelerati gli investimenti?

 

Sì e no.

 

Perché ci sono sia investimenti ordinari, che investimenti derivanti dal PNRR e dai Fondi Europei.

 

Lo stesso nuovo Codice dice che dopo il primo luglio p.v. le procedure di affidamento dei contratti continueranno a essere guidati dal dl n.77/2021 (dl semplificazioni) e dal dl n.13/2023 (dl PNRR-3): procedure speciali che valgono anche per il settore energetico e per il clima.

 

Per tutto ciò che riguarda le procedure di affidamento non muterà proprio nulla.

Attenendo, al più, alla fase esecutiva delle progettazioni: in particolare sui prezzi e le varianti.

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