SUPERBONUS/SUPERMALUS 2 (fine) Il governo decide di non decidere

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Chiamate direttamente in causa (ma perché non l’ha fatto mai nessuno?) le banche hanno dovuto rispondere della loro specifica grave responsabilità di aver fatto di tutto per vanificare una politica pur positiva (bonus edilizio -110%) attinente la vita di questo Paese, cioè di tutti noi.

 

Perché il politichese (cose dette e non dette, forse perché nemmeno gli eletti le capiscono, ndr) non fa mai intendere nulla alla gente: che ormai va a votare solo per semplici … simpatie estetiche casuali!

 

“La capacità che le banche hanno di acquisire i crediti di imposta è esaurita.

Perché i numeri vanno attualizzati rispetto a 3 elementi”. Ha detto il DG dell’ABI e poi

contano due dati prospettici “il monte degli impegni e il cuscinetto previdenziale”.

 

Detto in parole più semplici…non c’è più trippa per gatti, bambole.

Ed eccolo lì il vero assassino reo-confesso: le banche.

 

Perché i crediti acquisiti -che hanno uno sviluppo pluriennale- vanno pur visti nei loro effetti cumulativi: un lungo e incerto trascinamento nel tempo degli stessi potrebbe far morire di stenti dei soggetti che sono pur sempre economici, non proprio previdenziali.

 

Esiste poi un secondo elemento critico: la sfalsata digestione dei numeri dell’Agenzia delle entrate.

 

Perché nel mentre quest’ultima conteggia in Bilancio (casomai li passa a residui) le promesse di cibo commestibile le banche vogliono vedere la merce.

 

Da qui il Coup de Théâtre: l’alta volatilità delle poste fiscali si può aggirare con gli F24, in pratica con meno poste di entrata certa nel bilancio dello Stato.

 

“Ci mancava questa” avranno pensato in Consiglio dei Ministri.

“Noi non siamo proprio in grado di moltiplicare pani e pesci come faceva quel diavolaccio di Draghi… Quanto gli riusciva bene con la CE”. Meglio tagliare tutto.

 

Ecco spiegato l’arcano: il governo Meloni1 ha deciso di non decidere.

 

Come verrà speso quel denaro?

 

Probabilmente senza alcuna scelta politica liberale radicalmente coraggiosa.

 

Come hanno fatto tutti da trent’anni in qua.

 

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