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La estrema sintesi alternativa tra destra e sinistra italiane Norberto Bobbio (era il 1994) la indicò nel comportamento che ciascuna di quelle parti politiche avrebbe dovuto assumere nei confronti di uno Stato che già allora era una sorta di Asso “pigliatutto”.

 

La destra sostanziava anche quella forma di liberalismo che si sarebbe svincolato da una eredità (lascíto I^ Repubblica, ndr) segnata da un elevato e soffocante abbraccio di una spesa pubblica troppo onnicomprensiva, mentre la seconda -all’esatto opposto- avrebbe inteso portare una qualche forma di più elevata eguaglianza redistributiva coperta da quel grande ombrello protettivo e sociale dato dallo Stato.

 

Così è accaduto che, dalla XII^ Legislatura (1994-1996) in poi, entrambe le coalizioni abbiano governato -con alterne fortune- l’Italia: ma, in buona sostanza, senza mutare alcunché.

 

In più dando la luce a una strana forma di “contagio” di quegli estremismi: nel senso che mentre la destra ha imparato a riconoscere valore alle azioni pubbliche e sociali, nella sinistra si sono allargate quelle forme di liberalismo che danno validità alle regole del mercato libero e privato.

 

Perfetto: ma come coprire le spese di quelle forme di Stato sociale unanimemente certificate?

 

Parrebbe esserci un nuovo elemento distintivo oggi: la applicazione o meno della cd. “flat-tax”.

Quella forma di prelievo fiscale (imposta forfettaria dal 15 al 20%, ndr) che sta al centro della riforma targata Meloni.

 

Bankitalia, consultata dalla Commissione parlamentare che sta istruendo il provvedimento per l’aula, non ha mancato di evidenziare come essa connoti una modalità di trattamento “in modo ingiustificatamente dissimile” della “stessa capacità contributiva”: penalizzando più il lavoro dipendente rispetto a quello autonomo.

Per effetto pure di un obiettivo drenaggio fiscale causato dalla alta condizione inflazionistica in cui oggi siamo.

 

Ecco: è sul differente modo di intendere il prelievo fiscale che si sostanzierà -da oggi in poi- il confronto alternativo tra la destra di governo e la sinistra di opposizione.

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