LA CREDIBILITÀ
Fratelli d’Italia è distante anni luce dal 2013 (quando non raccolse neppure il 2% dei consensi) e dal 2018, dove incameró il 4% dei voti.
Eppure Giorgia Meloni c’era.
Recenti sondaggi vedono quel partito viaggiare oggi attorno al 20%.
Gioverà capire allora quale possa essere la chiave di volta del fatto.
A cominciare dalla proposta fiscale.
Tre aliquote “light” (15, 27 e 42%), a parte il fatto che non sarebbero digerite da una Europa che ci ha fornito denari dietro l’impegno di non scassare i conti pubblici, non sarebbero tollerate.
A cui aggiungere l’aumento a 1000€ delle pensioni minime, chimera irraggiungibile senza un ampio consenso.
Allora il punto è un altro.
Dato che i programmi possono dire di tutto (amara eredità tv berlusconiana questa, ndr) è la linea politica il cuore del salto meloniano?
Ma quali aspetti innovativi porta con sé Giorgia rispetto al 2018? Nessuno.
Anzi: la donna, orgogliosamente, si è ritagliata uno spazio di pura e dura rappresentanza sovranista in Europa che, ove risultasse prevalente (i primi a dirle di “no” sono i suoi stessi alleati ndr), farebbe naufragare quel sogno che pure ci sta foraggiando.
E allora? Il suo volto?
Per quanto affidabile esso possa essere è pur sempre lo stesso che aveva nelle precedenti elezioni e che, quindi, avrebbe dovuto collocarla almeno sopra il 10%.
L’arcano ha una sola spiegazione possibile.
Giorgia si sta spolpando le ossa che prima appartenevano a Forza Italia e poi alla Lega.
Con Berlusconi e Salvini che fungono da comprimari.
Se -per voi- questo è un buon motivo per consegnare a Giorgia Meloni le vostre chiavi di casa, fate pure.
Le nostre le custodiamo nelle nostre tasche.
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