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Il 17 e 18 settembre p.v. si ripeterà la più vecchia e ardita capriola della Lega.

 

In quel pratone ci furono infatti, per prima, l’unificazione con i nemici-amici della Lìga Veneta, per giungere sino ai più grandi salti mortali della Lega-Salvini.

 

L’iniziale, colossale, bugia storica venne narrata per prima proprio da Umberto Bossi: che si avventurò a proporre ai barbari virgulti occidentali l’unità con i “fratelli” orientali: quelli della Lìga Veneta di Franco Rocchetta.

 

Omettendo di narrare come fu proprio la truppa mercenaria del Re d’Italia a rubare, violentare donne, radere al suolo e pure annichilire gli operosi contadini veneti: rubando il loro bestiame e pure i prodotti della terra per nutrirsi di tutto punto.

 

Lasciando da parte i mille e più passaggi intermedi che il “figlio creativo” Salvini ha ideato (inspecie in quest’ultimo periodo pandemico) vi è da dire che la rotta politica quel popolo ormai l’ha smarrita quasi del tutto in tutti i versanti.

 

A cominciare dalla politica estera: pro NATO o pro Russia?

Pro Putin (maglietta, ndr.) o pro Trump (sovranismo, ndr.)?

 

Eppoi: pro localismo (al nord, ndr.) o pro nazionalismo (al centro e al sud, ndr.)?

 

E ancora: Salvini è stato vice di Conte (se non ci fosse stato Renzi a farlo smammare sarebbe ancora lì, ndr.) al governo con i 5S; nonché nuovo Capo -al posto di Berlusconi- del centrodestra, in più sovranista con Orban (per togliere spazio vitale al suo alleato Giorgia Meloni, ndr.).

 

Risultato pratico: una forza politica che era tutta col DNA territoriale si è squagliata proprio alle elezioni amministrative.

 

E lui, Salvini?

 

Come se nulla fosse successo, egli vorrebbe precettare i barbari armati di tutto punto -elmetto e spadone- per bere vino/birra a litri intonando #coricolrútto sul pratone padano.

 

Solo che, col Po in secca, l’acqua minerale gassata sarà sufficiente per riempire l’ampolla da vuotare nell’Adriatico?

 

Se ne accorgerà quel mare?

 

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