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Due sole frasi vorremmo trarre dalla conferenza stampa con cui il Ministro degli Esteri Di Maio ha presentato il proprio movimento.

 

Un evento che dovrebbe aver provocato un qualche movimento di stomaco a quel 32% di elettori che pure aveva scelto il M5S nelle elezioni politiche del 2018.

 

La prima: “non è più tollerabile (sì, ha usato questo termine, ndr) l’odio”.

 

La seconda: “stop alle politiche dei selfie”.

 

Gli “Scilla” e “Cariddi” pentastellati non ci sono più per lui: banditi come il peggio del peggio.

Quasi come il…vecchiume politico.

 

Finalmente, diciamo noi: si comincia a ragionare, é pure segno di maturità civica il non procedere nell’agone politico per maledizioni o pistolettate (leggi apriscatole, ndr) tra diversi, ché pure si devono rispettare nelle Sacre Aule parlamentari.

Così come è nel dialogo, nel confronto e nella sintesi, non negli Editti del Capo supremo, che va costruito il meglio per il Paese.

 

Questo vale anche per tutto il mondo dei sovranisti autoreferenziali (leggi Meloni e Salvini) che si ritengono del tutto autosufficienti.

 

Una fatale domanda finale ve la faremo noi: non è che il virus della autosufficienza abbia seminato tutto il campo politico -che dovrebbe invece essere palestra di dialogo e confronto- di germi letali?

 

“Essere” e “non essere” sono i due pilastri fondamentali del pensiero aristotelico.

Ché, però, comprende pure un … “terzo escluso”.

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