PIÙ EUROPA: W MACRON

Sappiamo quali sono i più grandi nemici d’Europa in campo amministrativo civile?
Sono gli Stati nazionali e la loro gelosa pretesa di tenersi avocate delle competenze ché poi finiscono per tradursi nella mortificazione di ogni intrapresa economica.
Qui in Italia una pratica civile o urbanistica, ad esempio, bordeggia per mille uffici, persone, bolli e passaggi istituzionali, non sempre del tutto…”cristallini”.
Ora l’Europa si è messa di buzzo buono per “liberarci” da carte, pareri, comitati e sottocomitati, dirigenti e impiegati ciascuno col proprio bel timbrino a secco.
Essa ha pure avuto appuntate sul petto medaglie di non poco rilievo: a cominciare dall’Euro; poi gli acquisti di titoli di debito ad opera della BCE; il Recovery Fund e il PNRR, tanto per portare alcuni esempi pratici.
Non perdendo una sola occasione per stimolare la nostra elefantiaca e ferrea Burocrazia.
Siamo ora giunti al 50% del lavoro di rilancio e forse non ce ne rendiamo conto.
Domani si voterà in Francia: senz’altro la nazione portante per l’Europa unita.
Perché la “grandeur” francese è nei fatti: se casca la Francia in mani sovraniste si danneggia forse irreparabilmente tutto il disegno europeo a metà dell’opera.
Perché dopo la Russia è quella dei transalpini la più estesa nazione continentale, con stretti agganci con l’Africa: una miniera di energie elettriche alternative.
L’universalismo è l’arma in più che la Francia porta in dote dietro di sé e che consente di vivere con meno stress -in quel territorio- una brutta congiuntura economica sfavorevole.
Le più serie minacce che la nazione transalpina ha di fonte a sé sono note: anch’essa vive la crisi congiunturale; ha una parabola discendente di natalità e soffre ancora di una qualche subalternità agli interessi stranieri.
Macron non ha risposto alle grandi attese che c’erano su di lui, é vero, non ha neppure innestato quella… quarta marcia che ci si aspettava dal “Kennedy francese”, ma non ha affatto demeritato
Anche perché, dall’altra parte, la sfidante è la sovranista di destra che porterebbe, forse, alla intera dissoluzione del modello europeo.
Con la minaccia sovietica alle porte. Evviva Macron!
