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“Fisco, Concorrenza e collocazione dell’Italia in Europa non sono temi negoziabili”.
Con queste precise parole Mario Draghi ha schiacciato con le spalle al muro il cerchiobottista Salvini: ché non si è ancora stancato delle ridicole figure che ci sta facendo fare un giorno sì e l’altro pure in Europa.
Perché il PNRR e tutte le Riforme programmate e promesse alla UE saranno la colla che terrà insieme il governo fino alla conclusione della Legislatura (e anche oltre, per noi ndr).
Per cui non sarebbe per niente assurdo impostare la prossima Campagna elettorale politica ponendo -da una parte- i convinti sostenitori della UE e, dall’altra, quei “guastatori” nemici dell’Italia e difensori dell’abisso.
Perché non c’è via di mezzo e pure Forza Italia insiste a tergiversare: forse non rendendosi conto (ma non osando dirlo, ndr) che il “1994” è… morto e sepolto !
Noi italiani, però, siamo nel pieno del diritto di sapere di che morte moriremo qualora vincessero gli estremisti sovranisti.
Di soffocamento debitorio (Salvini e Meloni), o nasale (M5S)?
Pure il governo Draghi si divide tra due opinioni.
Quella di chi ritiene esserci ancora un qualche ritardo nella realizzazione del PNRR (da recuperare) e quelli che stimano sia tutto a posto.
Anche se le leggi da approvarsi in tempi stretti sempre più spesso inciampano nelle tecniche da Vietnam d’aula praticate da FdI e da cui ci preserva il voto di fiducia.
Ad esempio sulle energie rinnovabili e sugli investimenti in nuove infrastrutture la spinta antiburocratica che serve è poderosa.
Sul Catasto in particolare.
Un timore UE è stato sempre fonte di equivoci: il trasferimento del carico fiscale dal lavoro al patrimonio.
Cioé dalle imprese ai proprietari.
L’aggiornamento dei valori catastali dovrebbe servire allo scopo.
Per tassare il nascosto emerso, comunque, servirebbe alfine una norma specifica apposita.
Un ulteriore passaggio pubblico.
In quella sede sarebbe più legittimo innalzare le barricate.  Non ora.
Perché non è affatto detto che quello sia il fatal destino: ecco perché è figlia del pressapochismo la battaglia immobiliare  della destra.
Comunque è l’eccessiva presenza di autorizzazioni e di farraginosità burocratico-amministrative che allungano a dismisura i tempi di realizzazione delle opere pubbliche, il vero avversario della UE.
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