LA CREDIBILITÀ DI DRAGHI È CREDIBILITÀ DELL’ITALIA

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Sostenere il governo Draghi per far cambiare l’impostazione alla UE sono due punti fermi nella strategia internazionale che dovremmo avere.
Infatti è il nostro Presidente del Consiglio che ci… “ha messo la faccia” – il 3 maggio u.s.- di fronte al Parlamento europeo: per delineare i processi di riforma che paiono necessari alla Unione 2.0.
Sono altri che fanno solo la voce grossa nei comizi di fedelissimi: chi pro chi contro senza entrare più di tanto nelle questioni specifiche.
Invece il nostro Presidente ha dato ai parlamentari una scaletta precisa.
Perché è stato lui l’ideatore delle sanzioni economiche che fanno male a Putin (più delle cannonate); ancora lui dobbiamo l’invenzione degli acquisti UE dei Titoli di un debito che prima era solo nazionale finalmente condiviso; a lui va dato il merito di aver rstituito credibilità all’Italia nella ripartizione dei fondi PNRR.
Non dómo é stato ancora lui a ritagliare la corazza che attribuirà al Sindaco di Roma Gualtieri tutti i poteri autorizzatori per far uscire la Capitale dalla morsa dei rifiuti.
Ma tornando al Parlamento Ue: Mario Draghi -nel suo intervento- ha declinato chiaro e tondo che si dovrà uscire dalla regola-capestro della unanimità ché fa stoppare tutto dai sovranisti tipo Orban: lesti solo a mettersi in tasca i nostri finanziamenti aggirando le regole e non cambiando niente nei loro Paesi.
Lo ha chiamato “federalismo pragmatico” -Draghi- quello che ci consentirà di mettere insieme tanti denari per un progetto di difesa comune capace di farci assumere un peso -che è stato pure nella nostra Storia- e che si é disperso.
Gli altri parlano, parlano, parlano…
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