Silvio Berlusconi esce da Villa Grande dove si e' tenuto il vertice di centrodestra, Roma, 28 ottobre 2021. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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Lui è Forza Italia.
Lui è il centrodestra.
#Concavo-convesso; #tondo-prisma quadrato; #leader-comprimario; #digoverno– diopposizione; #filoTrump-filoPutin; #blu-bandana…
Ancora fermo ai ricordi di un tempo.
Prendiamo il discorso che ha declamato sabato scorso alla convention di FI (i virgolettati sono tratti dal discorso diffuso un paio di ore dopo, ndr).
“Il discorso di oggi si associa ad un’altro” (declamato più di un quarto di secolo fa, 28 per la precisione)… “quando ho lasciato il lavoro che amavo… per scendere in campo in politica e contrastare la presa del potere da parte della sinistra comunista” (già, ma l’Enrico Letta di oggi non è l’Achille Ochetto di allora, ndr.).
Poi, proseguendo la narrazione del suo lavoro creativo, di “una forza politica garantista…come i Cristiano Democratici in Germania, i Repubblicani in Francia, il Partito Popolare in Spagna, i Conservatori nel Regno Unito, i Repubblicani negli Stati Uniti (gli assalitori del Congresso USA? ndr.)…omissis…forze politiche molto diverse fra loro, ma tutte alternative alla sinistra”.
Chiaro?
Peccato che la sinistra oggi supporti convintamente Mario Draghi e non assomigli più alla sinistra di allora.
Anzi, i parlamentari PD hanno votato pure la fiducia ai Ministri di Forza Italia, mentre Giorgia Meloni no.
Infatti “FI è una forza distinta dalla destra, in sistemi bipolari maturi”.
Già, è proprio questo il punto: il nostro sistema è maturato -28 anni dopo il 1994- oppure no?
La colpa di essere rimasti allo stadio infantile non possono essere tutte attribuite alla sinistra.
“Noi siamo diversi dai nostri amici e alleati”, perché “senza di noi non esiste nessuna maggioranza possibile… noi rappresentiamo il centro”.
“La nostra idea non è affatto quella dei due forni della Prima Repubblica” (un richiamo qualunqistico, del tutto erroneo: perché De Gasperi, Moro o Craxi, non avrebbero mai aperto due forni se non ve ne fosse stata -come ora- la necessità, ndr).
Vogliamo dire che la scelta di allearsi sempre con forze di destra può portare molti elettori moderati europeisti, ad esempio, a votare -nei Collegi uninominali- dei candidati di FdI: sovranisti antieuropeisti al 100%.
Forza Italia asseconderebbe il disegno meloniano di eleggere anche il Presidente della Repubblica con… un voto in più?
Essere liberali vuol dire anche rispondere a queste domande prima di schierarsi.
Non già di schierarsi…a prescindere.
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