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Un altro tassello importante che il governo Draghi si appresta a incollare nel puzzle PNRR è l’accrescimento delle condizioni della concorrenza in questo Paese: di fatto quasi tutto statalizzato.

Il liberale che è in noi non può che gioire sapendo bene come sia ardua l’opera di disincrostazione da farsi.

La primazía di uno Stato impiccione taglia orizzontalmente molti settori vitali ed è questa anomalia che la UE vuole colpire per liberare energie, finanziamenti e imprenditorialità, di cui questo nostro Continente è ricco.

Intanto Draghi si è impegnato a una opera liberatoria nei mercati locali.

Laddove tante, troppe, Società municipalizzate si trovano a gestire i servizi che sono a più diretto contatto con tutti noi.

Tipo acqua, rifiuti, trasporti etc.etc.

Concessioni elettriche e portuali non dovrebbero esulare dall’elenco.

Un articolo a parte in questa ampia legge di delega dovrà essere dedicato al campo sanitario e farmaceutico: dove non si potrà agire a caso.

Forti anche delle drammatiche esperienze recenti.

Ma dovrebbe essere il settore idroelettrico il punto principale della contesa.

Certo è che ci parrebbe del tutto improprio se, dopo le elezioni politiche -che si avvicinano a grandi passi-, una qualche rappresentanza diversa (magari di opposizione a questo governo) dovesse gestire le scelte fatte da Draghi.

Sarebbe auspicabile questo, o ci farebbe tornare negli inferi?

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